Alexandra von Burg
autodidatta
Note biografiche
Nata nel 1968 in Ticino, dove attualmente vive e pittura.
Nel 2000 comincia il suo percorso artistico da autodidatta. Dopo le prime
esperienze con la pittura su seta aggiunge al suo stile la pittura acrilica
su tela con diverse tecniche miste.
Nel 2004, assieme ad una monitrice sportiva, apre un grande Atelier a
Tesserete, ART & GYM, congiungendo l'arte con il benessere.
Presente a manifestazioni artistiche a livello nazionale ed internazionale.
Dal 2002 è membro dell'Associazione Pittori e Scultori Ticinesi.
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UNA PROTAGONISTA SOLITARIA: ALEX VON BURG
Mi piace il jazz per la sua vitalità, essendo al tempo stesso musica d'arte
e di intrattenimento. Tra i grandi interpreti riascolto talvolta Errol
Garner che, a detta sua, era pianista autodidatta e incapace di leggere la
musica. Eppure le sue interpretazioni - in tale ipotesi vere improvvisazioni
jazz - erano piene di un'atmosfera fatta di mille invenzioni e tanti
tremoli; a chi fosse capitato d'ascoltarla, riesce difficile dimenticare la
sua stupefacente ballade Misty!
La critica si pose spesso la domanda come mai un musicista celeberrimo come
Garner non sentisse il bisogno di capire sé stesso, ricostruendo le regole
musicali che gli permettevano un così sottile e incisivo modo di suonare. Il
piccolo Garner (me lo ricordo a un concerto, seduto su due elenchi del
telefono, posati sullo sgabello per sistemarsi alla giusta altezza di fronte
alla tastiera) morì portando con sé il grande segreto d'avere, oppure no,
mentito a chi gli poneva la domanda se per davvero suonasse solo a orecchio.
Potrei impropriamente dire che anche Alex von Burg dipinge a orecchio.
Conoscendola, quasi per caso, davanti a un cavalletto, non le chiesi subito
quale fosse la sua filosofia esistenziale. Senza disegni o schizzi
preliminari, lei rilasciava sulla seta e sulla tela l'immagine proveniente
dall'inconscio. La spontaneità del gesto dimostrava sicurezza e, dunque, non
mi posi minimamente la domanda quale mondo avesse filtrato dalle sue
apparenze per poterlo rappresentare senza più corpo, ma in una inscindibile
unità formale, con i colori.
Visitando il suo atelier, solo molto più tardi mi accorsi che, a differenza
di quanto mi aspettassi, non c'erano strati di giornali e riviste d'arte o
libri accatastati senza regola poiché sfogliati e letti tante volte.
Parlando con Alex von Burg, mi rendevo sempre più conto che la mettevo in
imbarazzo quando citavo l'opera di questo o quell'altro artista o quando le
ricordavo che, a breve, avrebbero smantellato le esposizioni delle opere di
Braque, Matisse o chicchessia e che non avevo purtroppo trovato il tempo di
visitarle. E così, opponendosi fermamente alla mia natura di malato di
conoscenza, un giorno la pittrice mi confidò che mai, in vita sua, aveva
voluto erudirsi dogmaticamente attraverso le opere degli altri. Quindi, il
suo modo di fare pittura non è totalmente in antitesi, ma nasce perlomeno
distante da tutto ciò che potrebbe venirgli associato.
Da allora ho visto Alex von Burg sotto un'altra luce e di lei mi sono
chiesto tante cose, come per esempio perché adopera talvolta le mani invece
del pennello: gesto fatto di originalità, fascino, semplicità oppure faccia
a faccia con l'ispirazione che vuole rompere gli ormeggi? Sgomento per la
fretta di non essere traditi dalla morte di un pensiero?
Dunque, ad Alex pochi elementi fondamentali permettono di concepire in modo
libero il lavoro di composizione. Ciò non significa che la sua vita sia
silenziosa o semplice: ogni nuovo giorno corrisponde a un periodo di tempo
importante e veramente prezioso, mentre nel suo spirito si manifestano
cambiamenti incredibilmente veloci. Ma è chiaro che, senza altri punti di
riferimento che non siano i suoi, ogni passo in avanti rappresenta una
conquista faticosa dello spazio. Malgrado ciò, sorprendentemente leggera,
quasi gioiosa, è la stesura dei colori sulla seta; l'inquietudine è invece
più palese sulla tela e, forse per il motivo che la tecnica dell'acrilico
permette correzioni, qui alcune volte la freschezza delle idee viene
ingabbiata in un'ingombrante composizione che lacera un poco l'intento
creativo della pittrice.
Ma, pensando ad Alex von Burg come protagonista unica del suo mondo
artistico, è proprio così che va letta e vive la sua opera.
Se sulla seta il colore si scompone e si ricompone entro i confini tracciati
poi dalla gomma gutta, variando il supporto divenuto tela Alex racconta un
suo differente bagaglio visivo e intellettuale; anche questo si evolve e,
dal colore celeste che all'inizio caratterizzava tutta la sua produzione, si
è a mano a mano passati a una luce più sanguigna che svela un mondo meno
romantico, reinterpretato attraverso un profondo coinvolgimento spirituale.
La von Burg continua a rinunciare a lavorare su modelli e si affida soltanto
ai suoi pensieri. Spoglia la percezione visiva e affida alle sue opere la
profondità lontana collocata nelle sue esperienze personali di donna, madre
e pittrice. Si fanno percepibili le suggestioni e la lettura è rigorosamente
bidimensionale, non variopinta e, suggestiva ma enigmatica, spesso
circolare. Utilizzata di recente, la stesura a rilievo del colore è solo un
interessante accostamento a questi principi compositivi, ma nulla cambia
nella sostanza.
Qualcosa sta mutando? Recentemente Alex mi ha mostrato il dipinto
"Incantesimo" chiedendomi cosa percepissi tra i colori disposti in modo
apparentemente astratto. Le ho risposto che intravedevo un paesaggio dal
lontano riferimento alle visioni di William Turner. Secondo lei, invece, il
contenuto non era questo poiché quella tela, probabilmente, andava osservata
maggiormente da lontano. Indistinta dapprima, poi sempre più nettamente
percepibile, viste in quel modo alcune linee di contorno tracciavano il
profilo di una grande casa immaginaria.
È un episodio che rimarrà circoscritto a una sola tela o è una svolta verso
un nuovo genere di pittura, un mutamento - tuttavia non ancora ben delineato
- rispetto alle precedenti tecniche? Sono certo che l'atmosfera e il sapore
diverso di "Incantesimo" e, in generale, il tema dei nuovi timbri pittorici
per i suoi dipinti, verranno inconsciamente esaminati, dibattuti, accolti o
respinti con controversie e frizioni dalla sensibilità pittorica di Alex von
Burg. Io non faccio che aspettare: siano essi gli equilibri di colore già
ammirati oppure nuove articolazioni figurative, so che come sempre
esprimeranno intensità e vivezza.
Franco Semini
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https://www.alexvonburg.com/
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