Marco Piffaretti
Artista scultore, Ligornetto
Biografia
Sono nato il 12 dicembre 1952. Ho sempre privilegiato la concretezza del
"fare" al vuoto del "dire"; spesso il silenzio è comunicazione più chiara e
diretta.
Dopo le scuole dell'obbligo ho frequentato il Centro Scolastico per le
Industrie Artistiche a Lugano, dove ho avuto la fortuna di avere quali
insegnanti Milo Cleis e Nag Arnoldi.
Nel 1975 mi sono diplomato come insegnante di disegno e lavoro manuale per
le Scuole Medie. In seguito, ho frequentato regolarmente corsi di disegno e
scultura.
Attualmente insegno educazione visiva e tecnica presso le Scuole Medie di
Balerna.
Dal 1978 espongo regolarmente le mie opere in mostre collettive.
Esposizioni collettive
1978: Morcote, Centro Esposizioni Caccia-Rusca,
1981: San Bernardino (GR), Centro Esposizioni Lumbreida
1985: Balerna, Sala del Torchio
1985: Sion (VS), Museo Cantonale “Artisti ticinesi contemporanei”
1986: Ascona, Centro Beato Berno
1987: Lugano, Villa Ciani, "Frammenti della giovane arte svizzera"
1988: Lugano, Parco Maraini, "Giovani scultori ticinesi"
1989: Lugano, Galleria Gübelin
1990: Caslano: Golf Club
1993: Locarno, Galleria SPSAS Palazzo Morettini
1994: Mendrisio, Museo d'Arte "Le generazioni del dopoguerra a sud del
Ceresio"
under 49
1995: Arzo, "Arte in cava", Cave Rossi
1996: Udine (I): Centro Friulano Arti Plastiche “Rassegna internazionale
d’arte”
1996: Balerna, Sala del Torchio
2002: Morcote, Sala Sergio Maspoli
2005: Viganello,
Galleria d'arte Rissone
Esposizioni personali
2005: Ligornetto, Casa Pessina
Concorsi pubblici
1981: Primo premio con realizzazione della scultura "Meridiana"
presso il Centro Scolastico di
Breganzona
1983: Premio "Selezione ambiente" Stresa (Italia)
1983: Concorso per un'opera d'arte presso l'Università di Friborgo
1986: Concorso per un'opera d'arte presso il Centro "Al Gemmo",
Città di Lugano, 2.o posto
1998: Concorso per l'arredo sacro della Chiesa di San Joseph,
La Tour de Treme (Friborgo),
premiato
Opere visibili in collezioni pubbliche e private
1971: Tabernacolo in bronzo, Chiesa Santa Teresa, Viganello
1981: Meridiana in bronzo, Palazzo Comunale, Breganzona
1990: Vegetale II in bronzo, Repubblica del Cantone Ticino,
Ufficio Orientamento
Scolastico, Breganzona
1991: Gruppo di persone, grande rilievo in bronzo, Casa Arch. Oscar
Schnebeli, Cureglia
1995: Quattro pannelli raffiguranti Ligornetto, bronzo, Banca Raiffeisen
Ligornetto
1996: Radici, marmo di Arzo, Palazzo Comunale, Balerna
2002: Crocifisso in bronzo e monumento funerario in granito di Erstfeld,
tomba del canonico Don Aurelio
Muther, Cimitero di Balerna
Edizioni d'arte
2004: Edizione Divan, serigrafia, tiratura a mano in 33 esemplari
presso lo studio grafico Joseph
Weiss, Mendrisio, poesia di Andrea Cometti
Presentazione di Dalmazio Ambrosioni
Con la scultura Marco Piffaretti è alla ricerca di un obiettivo, una sorta
di idea fissa di tutti i grandi scultori contemporanei. Ossia il rapporto
armonico, all’interno dell’opera, tra la forma e il significato. Il che,
detto in altre parole, significa trovare la forma adatta a quel particolare
significato che va ricercato all’interno del proprio modo di pensare, di
vedere le cose. Ossia del proprio modo di essere, della propria filosofia di
vita.
Siccome l’obiettivo è alto e non così facile da raggiungere, Marco
Piffaretti pone come base della scultura una ricerca continua, puntigliosa,
approfondita, altamente professionale tanto sul versante artigianale (del
“fare” l’opera) che su quello artistico (del “come” fare l’opera). Questa
ricerca prosegue da almeno trent’anni e non finirà mai; continua a
svilupparsi anche attraverso il disegno e la pittura, in particolare
tecniche miste, ma il suo bersaglio grosso è proprio la scultura. E qui
Marco Piffaretti ha prodotto uno stile, un linguaggio inequivocabile nel
quale si stagliano due elementi in particolare. Il primo è – all’interno
della forma - l’individuazione di rapporti dialoganti tra i volumi. Il
secondo – all’interno della possibile gamma dei significati – consiste
nell’individuare quello che sa meglio esprimere il proprio modo di vedere le
cose. Voglio dire che l’artista produce sempre un rapporto, un dialogo e
talvolta anche un contrasto (in sostanza dovrei dire una “drammaturgia”) tra
gli elementi che compongono la scultura. Cerca e ottiene un’armonia
attraverso elementi affini, che si richiamano, o contrastanti, che si
respingono.
E questo perché? Essenzialmente per individuare e tradurre in scultura (in
disegno, in pittura) quell’elemento imprendibile ma determinante che è il
versante interiore delle cose. Là dove le cose e le situazioni
espressionisticamente non sono come sembrano essere dall’esterno, ma sono
come le percepiamo, come le accogliamo nella nostra casa, come le viviamo
interiormente e le mettiamo in relazione con quel che siamo. E in questa
relazione con il nostro livello interiore (spirituale?), anch’esse hanno
qualcosa da dire, qualche elemento nuovo da portare, qualche eredità da
depositare.
Ecco allora che la forma scultorea di Marco Piffaretti non è un semplice
involucro, magari piacevolmente alla moda, ma il suo modo di esprimere
questo rapporto tra esterno e interno. Non a caso, al centro della sua opera
vi è la figura umana, non tanto come simbolo o metafora, ma proprio come
elemento di indagine, di analisi, direi quasi di vivisezione. La figura
umana – e quindi, implicitamente, tutti noi - nei dipinti e ancor più nella
scultura va oltre il giardino della propria riservatezza, si apre, manifesta
le sue relazioni interiori, esprime il suo rapportarsi all’esterno.
Dalmazio Ambrosioni |
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