La chiesa di San Matteo e Maurizio risale al XIII secolo.
Unitamente a quelle di San Martino a Sonvico e San Pietro a Sureggio
costituisce una delle più significative testimonianze di architettura
religiosa medievale della nostra regione. Il corpo principale è costituito
dall'unica navata e dall'abside. La sagrestia, il campanile e la cappella
detta di San Antonio sono verosimilmente aggregazioni postume. L'impianto
planimetrico è molto semplice, tipico e si riflette coerentemente anche
nelle strutture superiori e nel tetto. Quest’ultimo poggia su archi
trasversali interni, corrispondenti ai contrafforti esterni, presenta nella
navata una struttura scoperta con interspazi fra i travetti ornati a
tavolette di cotto dipinte a losanghe bianche e rosse. L'interno è solo
sommariamente decorato da alcuni stucchi di poco pregio, da due affreschi
tardogotici ridipinti sulla parete sud (San Lazzaro e San Giovanni
evangelista) e dalla pala d'altare - restaurata nel 1992 - raffigurante i
Santi Maurizio e Sebastiano al cospetto della Madonna. Seguendo un preciso
programma di restauro, nel corso di 10 anni, l'edificio è stato oggetto del
rifacimento del tetto e della facciata principale, delle mura perimetrali,
della torre campanaria e da ultimo di tutto l'interno.
La pittura sull'altare principale.
Gli Ex-voto che presentiamo sono visti quali
immagini sacre destinate a raffigurare un fatto religioso specifico: la
concessione di una grazia in coincidenza di gravi malattie, pericoli o
privazioni. É l’atto che il credente compie in due tempi: facendo nella data
circostanza voto o promessa di eseguire l’immagine specifica che racconta
l’avvenimento che lo ha protetto o salvato, quindi dandovi esecuzione. In
ragione di questo compito l’Ex-voto si distingue dalle altre immagini
religiöse, collocate nello stesso ambiente, nella stessa chiesa. Non è
l’oggetto di adorazione o venerazione, ma solo le rappresenta, collegandosi
nell’espressione pittorica ad un avvenimento, spesso umile, di una teologia
della speranza e del ringraziamento. In tal modo le piccole tele o tavole,
appese sulle pareti delle nostre chiese testimoniano un'illimitata fiducia
in Dio. Con questo pensiero le abbiamo raccolte, leggendo in ognuna un
discorso, sempre diverso nel disegno, ma vicino - in tutte - all'atto di
ringraziamento dovuto. Così è nata la nostra idea, che vuole proporre in un
sol luogo, quante ne esistono nella regione (ca. una quarantina). Una
visione complessiva della pittura del popolo, che non ha pretese artistiche,
ma che racconta visivamente un vissuto povero, ma altresì carico di fede,
testimonianza spicciola del vivere e del vestire, che introduce uomini,
donne e bambini in atteggiamenti di preghiera.
Nella maggior parte, si leggono in tre punti distinti. Il primo e
rappresentato dal sacro (Madonne, Santi) e sta a testimoniare chi ha
concesso la grazia. Nel secondo si evidenzia l’avvenimento, la disgrazia, la
malattia. Il terzo, rappresenta famigliari o persone che hanno implorato e
ottenuto la grazia, il miracolo, la guarigione.
Unitamente alle tavole, vengono esposti dei "cuori" d'argento, oggetti pure
loro appartenenti alla fede e al ringraziamento per quanto ricevuto
dall’Alto. In questi ultimi si evidenzia "la parte del tutto": infatti il
cuore si identifica con l'essenza stessa della persona sin dai tempi più
antichi, oltre a indicare l’affettività e la simbologia religiosa cristiana.
La fantasia e la creatività del cesellatore è oltremodo intensa, pur
restando nei canoni prestabiliti di allora.
Aldo Morosoli, Cagiallo
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