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« Le voci tragiche di Guido Gonzato»

Giuseppe Ungaretti ha scritto per Guido Gonzato le seguenti parole:

Ragioni morali del disegno di Guido Gonzato
Di Giuseppe Curonici
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Come un fiore nella sua breve bellezza, tuffato il gambo nell'acqua d'un vetro, incanti e deperisca,
sa Guido Gonzato farcelo osservare con mano senza peso. Può dunque essere pittore delicatissimo,
e forse oggi nessuno nel possesso di questa dote gli è pari.Con trattenuta emozione,
e la mano già pesa di più, rivelarci sa anche come una maschera non possa mai nascondere i
tratti d'una persona umana, ma permetta invece di fermarci su ciò che dal rimasto scoperto
accusi nel nascosto il peggio o il meglio di una sorte e di un carattere.Di questo secondo
merito dell'« aitante Veronese », Gianfranco Contini ragionò in versi e alle sue parole non
altro ci sarebbe da aggiungere se non che dimostrano quanto ad ottimo critico dia luce
sentirsi poeta. Ma quale peso, quale peso ha ora la mano del pittore, ora che sul terzo aspetto
della sua arte, tocca a me di riflettere. Pudica sempre, sempre mano guidata da pietà, umile
verso chi soffre, premurosa; ma tremenda d'anatema contro le cause del male, oltre misura
violenta quasi misurasse nell'eccesso della sua energia 1'amarezza che la forza umana riesca in
queste cose di così scarsa potenza. Nato nel "96" Gonzato è di quella generazione che le ha
viste tutte. Sono tanti e tanti anni ormai che il filo spinato segrega, stringe, lacera esseri umani,
le loro carni, le loro anime: dalla lontana prima guerra mondiale. li filo spinato è degno d'essere
ormai preso a simbolo della nostra era tragica. In mezzo a smisurata solitudine, che si fa
d'improvviso in noi, le voci tragiche incutono silenzio. E dovrebbero insegnare a essere meno
cattivi, se agli esseri umani è possibile.

Giuseppe Ungaretti

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