Romeo Lucioni Giuseppe Nappi
Il Progetto COLOMBO 2000 è il risultato di una elaborazione culturale e metodologica del Prof. Giuseppe Nappi, Ordinario di Clinica Neurologica e Direttore dell' IRCCS - Fondazione "Istituto Neurologico C. Mondino" - Università di Pavia. La ricerca scientifica che ne è derivata è una proposta originale che permette di dare allo studio una struttura con caratteristiche sperimentali e coinvolge numerose Università e Centri di studio dell' Italia e dell'Argentina, prospettandosi come un ampio canale di comunicazione permanente e dinamico, attraverso il quale le comunità scientifiche dei due Paesi potranno approfondire i temi della salute dei cittadini e, soprattutto, quelli inerenti la prevenzione, il recupero ed il mantenimento. STRUTTURA DELLA RICERCA La struttura della ricerca, per il fatto che comprende diverse aree nelle quali operano vari "nuclei" o argomenti, si presenta secondo uno schema complesso: PROGETTO "COLOMBO 2000 "
L'indagine prevede anche uno studio approfondito di ordine genetico che sicuramente porterà a dirimere alcune questioni ancora aperte. La metodologia della ricerca, nella sua semplicità, risulta "geniale" dal momento che permette di mettere a confronto popolazioni con un ceppo genetico identico. Approfittando dellemigrazione possono essere studiate popolazioni di origine italiana (entrambi i genitori italiani) componenti due "coorti" di 50.000 persone ciascuna, raggruppate, in modo coerente, in Argentina ed in Italia. Da queste coorti verranno estrapolati i "campioni" ritenuti significativi per le ricerche che verranno programmate. La struttura della ricerca permetterà di confrontare il campione della popolazione italiana in Argentina e nella madrepatria, tenendo conto della composizione delle coorti, rispettando così i dati raccolti in Argentina che vedono le seguenti percentuali:
STUDIO SU TRE GENERAZIONI I gruppi su cui sarà condotta la ricerca comprenderanno tre generazioni:
Il Progetto Colombo 2000 nelle sue tre componenti: epidemiologica, socio-culturale e genetica, si struttura come modello di approccio alla malattia che, da un lato, tiene conto della trasformazione subita dalla scienza medica e, dallaltro, si adatta al "soggetto" che torna ad essere punto centrale dellintervento. Il fulcro della medicina tradizionale è stato indubbiamente la malattia che, nella forma acuta, si poneva come punto focale dellattenzione, dellosservazione e dellintervento. Oggi, di fronte allallungamento dellaspettativa di vita, al fenomeno della co-morbilità e, soprattutto, considerando la realtà delle malattie croniche, il centro dellosservazione è diventato l UOMO: la persona con le sue molteplici e complesse relazioni con se stesso, con gli altri e con lambiente. Il normale ragionamento clinico, oggi, ha lasciato il posto ad un complesso esame multidisciplinare che trova i suoi fondamenti non solo nelleziologia, che , di per sé, è diventata multifattoriale, ma anche del "terreno" (la genetica) e delle "influenze" che sono psicologiche, culturali, sociali, economiche, abitative, geografiche, ambientali e, non ultime, quelle legate alla struttura familiare ed educativa. Non serve conoscere una malattia se non si conosce l'uomo che ne è portatore. E conoscere l'uomo significa centrare il punto di osservazione sulla persona, sia nelle sue parti di funzionamento biologico, sia in quelle legate al funzionamento psichico (intellettivo, cognitivo, emotivo ed affettivo), sia su quelle determinate dal funzionamento adattivo-relazionale o psico-sociale. Questo modello, che trascende la diagnosi spostando l'interesse sulla complessità e sulla globalità dell'oggetto, serve a ricercare il soggetto come libero, indipendente, autocentrato sui valori che costituiscono il senso di sè, il senso di potere, il senso di avere diritti irrinunciabili : l'indipendenza, l'autodeterminazione, il libero arbitrio e l'insostituibile diritto ad amare e ad essere amati. Partendo dal campo della salute, intesa, in senso lato, come "salute della persona" (che comprende: senso di benessere, obiettività clinica, prospettiva di mantenimento e di miglioramento, progettualità per una qualità della vita più soddisfacente), nasce lintuizione di una "collaborazione-incontro" di tipo multidisciplinare ed internazionale in cui le conoscenze specifiche in ambiti diversi convergono e sono motivo di confronto e di discussione. Lanalisi delle situazioni socio-politiche, economico-pratiche, scientifiche ed antropologico-geografiche, la riflessione sul disagio sociale e culturale, limportanza del soggetto con le sue reazioni quotidiane di ansia e di angoscia impongono una valutazione interdisciplinare del tessuto connettivo fisico e mentale di una comunità, senza dichiarare a priori il dominio delle scienze (per es. mediche), indipendenti da tutte le altre componenti. I tre filoni della ricerca si strutturano quindi come inter-relazionati e confluenti; in ogni momento si "getteranno ponti" tra larea genetica e quella epidemiologica e tra questa e quella socio-culturale. AREA EPIDEMIOLOGICA Il fenomeno migratorio delle popolazioni offre lopportunità ai ricercatori di utilizzare il modello naturale costituito da persone che conservano il proprio patrimonio genetico, trasmettendolo alla progenie, quando si spostano, per periodi di tempo più o meno lunghi o definitivamente, in aree geografiche caratterizzate da culture profondamente differenti rispetto a quelle di provenienza. Lo studio di queste popolazioni può essere di grande utilità nella verifica delle influenze e dellinterazione che esistono tra genetica ed ambiente, nel condizionare la storia naturale di alcune malattie, dove il singolo fattore genetico o ambientale non Risulta sufficiente a determinare lo stato di malattia. Gli italiani hanno espresso, particolarmente nella prima metà del secolo, forti tendenze migratorie allinterno dellItalia stessa, in Europa, ma anche, ed in modo preponderante, partecipando alla costituzione di nascenti realtà nazionali oltre gli oceani. Uno di questi Paesi, dove linfluenza degli italiani ha avuto enorme importanza, sia in termini di numeri, sia per peso storico, politico e culturale, è sicuramente la Repubblica Argentina, dove gli italiani si sono fortemente integrati con gli altri popoli di origine europea per costituire la popolazione locale. Da queste considerazioni nasce lidea del Progetto Colombo 2000 che ha subito avuto come obiettivo lo studio dellinterazione gene-ambiente nelleziopatogenesi delle principali malattie neurologiche di tipo degenerativo tardivo e di una serie di disordini neurocomportamentali ciclici, associati ai periodismi stagionali e/o ai ritmi biologici dellorganismo umano. Il Progetto nel corso del suo sviluppo sta riconoscendo via via nuove esigenze che si aprono ad altri gruppi di patologie influenzate dallo stile di vita in generale e dalle abitudini alimentari in particolare, come le malattie del sistema circolatorio fortemente influenzate, ad esempio, dalla quantità di lipidi nella dieta. Un altro gruppo patologico di grande interesse in considerazione degli elevati costi sociali e del fatto che costituisce una delle principali cause di morte è rappresentato dai tumori; anche in questo caso è stato già ipotizzato un importante ruolo dei fattori dietetici e degli inquinanti ambientali nella catena eziopatogenetica. Il Progetto Colombo 2000 si impernia sullo studio di sei malattie per ognuna delle quali linter-relazione genetico-medico-socioculturale risulta fondamentale:
La principale difficoltà che il Progetto ha dovuto affrontare è stata quella di costituire la coorte argentina (50.000 soggetti) di italiani o di figli con entrambi i genitori italiani. Il grande numero di partecipanti è richiesto per necessità epidemiologiche nello studio di malattie con scarsissima incidenza (come la corea di Huntington), ma, grazie alla stretta collaborazione di due prestigiose Istituzioni, lIstituto Neurologico Casimiro Mondino di Pavia e lOspedale Italiano di Buenos Aires, sotto la guida illuminata dei due "pilastri" della nostra ricerca, il Prof. Giuseppe Nappi e lIng. Giovanni Mosca, con il supporto insostituibile ed encomiabile dei Consolati italiani di Buenos Aires, Lomas de Zamora, La Plata, Moron e Cordoba, oltre che del Ministero degli Esteri dItalia, si è potuto raggiungere il risultato previsto. La coorte argentina è dunque costituita e presto potrà essere formalizzata anche quella italiana che deve avere la stessa composizione della prima, così si potrà dire che il progetto Colombo 2000 è finalmente "in marcia". AREA SOCIO-CULTURALE RICERCA SULLE CONCOMITANTI SOCIOCULTURALI CHE INTERESSANO LESPERIENZA DELLEMIGRAZIONE E POSSONO INFLUENZARE ESPRESSIONI PATOLOGICHE DELLINDIVIDUO E DELLA SOCIETA Il tema socioculturale rappresenta la parte "emblematica" del Progetto COLOMBO 2000 spingendolo verso la creatività, lumanesimo, lolistico e la complessità, superando tentennamenti pragmatistici ed illuministici. Larea socioculturale si propone di approfondire la conoscenza delluomo, della persona, della società, della famiglia, delle problematiche economico-politiche, delle concomitanti ambientali e geografiche e, quindi, promuovere unampia piattaforma che funga da supporto alla ricerca epidemiologica sulle sei malattie prescelte per lo studio e si ponga come substrato per verificare limportanza dei fattori non medici nel determinismo dei quadri e degli sviluppi delle situazioni patologiche o di quelle a rischio. Questo atteggiamento scientifico-culturale risulta sicuramente aderente ad una visione moderna della medicina che acquista sempre più una dimensione di "medicina-sociale", per la quale la molteplicità culturale e losservazione multidisciplinare, insieme al rigore scientifico, diventano i pilastri e le regole che la delimitano e la esaltano. In un ambito ecologico capace di dare a tutti uguali opportunità di salute, cultura e sviluppo, la qualità della vita, intesa come prevenzione, si pone come scopo principale di un programma finalizzato ad un nuovo tipo di "coscienza sociale", partecipativa e multidisciplinare. In questa dimensione il Progetto Colombo 2000, nella sua componente socio-culturale, si propone come INCONTRO che, attraverso una prassi epidemiologica e scientifica, possa riuscire ad indicare obiettivi e metodologie atti ad affrontare linstabilità emotivo-affettiva, le incertezze cognitive e le condizioni socio-culturali responsabili del disagio, oltre ad evidenziare quegli elementi che possono influenzare la fenomenologia delle malattie in generale ed, in particolare, di quelle prese in considerazione nel Progetto. Nella società attuale, sempre più si evidenzia la necessità di favorire la nascita di un sistema di auto-aiuto per poter affrontare situazioni sociali "esplosive". Questo nuovo approccio, che viene riferito a sentimenti di solidarietà, può anche essere inteso come espressione di una "società aperta" nata sotto la spinta della trasformazione della famiglia, da patriarcale a nucleare. Si stanno organizzando numerosi programmi di scambio di esperienze tra "cittadini" e tra comunità di "cittadini" e questa "nuova società" ha un grandissimo valore di INCONTRO e di scoperta ecologica, proprio perché l ALTRO viene vissuto come VALORE e quindi come RISORSA DA SALVARE e da SALVAGUARDARE. In questa dinamica si inserisce il Progetto Colombo 2000, proprio per le sue possibilità intrinseche di far incontrare e riunire persone con un fine comune: capirsi non per "curare", ma per "curarsi"; per trovare il modo di strutturare un ambiente vivibile; per ricostruire una geografia entro la quale luomo trovi una qualità della vita, creativa e solidale, più valida ed accettabile per tutti. Si riconosce in questo una medicina aperta, centrata sulla visione olistica delluomo e profondamente legata ai valori culturali del rinnovamento e della crescita. Losservazione ampia e multidisciplinare delluomo ha permesso di strutturare una ricerca sullesperienza dellemigrazione, così che si prospetta come un importante approfondimento di un tema che, in questo ultimo arco di secolo e in vista dellinizio del terzo millennio, sta diventando uno dei grandi temi che interessano la società mondiale. Ogni emigrante, nella dimensione di una sua storia personale, è, come erede universale di tutto ciò che lha preceduto, portatore di un fardello di valori e di sensazioni indipendenti da una precisa consapevolezza di trovarsi in tale situazione e dalla volontà di agire di conseguenza. Il bisogno di andare alla ricerca delle proprie radici, caratteristico degli emigrati, va inteso come necessità istintiva di cercare, nella nuova situazione, le condizioni possibili per ripercorrere e dare senso alla propria storia. Limportanza di questo fenomeno sta proprio nel fatto di essere patrimonio dellinconscio e/o dellinconscio collettivo e, quindi, si tratta di motivazioni profonde ed ineluttabili, ben diverse da quelle legate a stimoli esterni e superficiali. La dimensione storica, oltre ad essere potenzialmente un mezzo atto al superamento di problematiche psicopatologiche, si struttura anche come fattore indispensabile per lo sviluppo dellautoaffermazione dellindividuo e della società. Questa evoluzione presuppone, per lemigrato, un senso istintivo di aggregazione con corregionali che, al di là di un desiderio di compartecipazione ludico-affettiva, risponde ad una necessità che deriva da un sentimento di appartenenza ad ununica Storia e di orgoglio nel mostrare una identità regionale. Tali osservazioni pongono il fenomeno dellemigrazione come grande campo di ricerca che acquista di per sé un enorme valore ermeneutico e di grande interesse pratico. Oggi si è sempre più consapevoli che le maggiori problematiche della società , quali la criminalità, la droga, un gran numero di malattie sociali, le schizofrenie, le psicofobie siano in parte riconducibili a disadattamenti socioculturali. Dobbiamo prendere atto che nelle società occidentali serpeggia una forma insinuante di demotivazione che spinge, soprattutto i giovani, a rifiutare la vita ed assestarsi su atteggiamenti di degrado, smorzando ogni certezza e, di conseguenza, la volontà di apprendere, di crescere, di agire ed impegnarsi sulla via dello sviluppo. Limmigrazione, oggi problema scottante che riguarda le popolazioni del terzo mondo che premono sui Paesi maggiormente industrializzati e ricchi, è stata, a suo tempo, per i nostri connazionali, una esperienza sicuramente difficile. Anche solo intuitivamente possiamo immaginare che gli italiani allestero hanno dovuto accollarsi problemi che riguardano:
Il flusso emigratorio italiano ha avuto due periodi significativi (dopo la prima e dopo la seconda guerra mondiale) e ha interessato prima una "massa" di contadini ed operai; poi, nellondata più recente, gruppi di artigiani ed operai specializzati. Le due ondate sono state dirette verso paesi ritenuti più ricchi, ma va considerato che questa presunta ricchezza era sicuramente diversa nel primo novecento, rispetto a quella che ha caratterizzato la metà del secolo. Per altro, oggi si dice che limmigrazione sia un problema che necessita di una politica adeguata e lungimirante: sicuramente gli italiani non sono stati accolti da una "politica strutturata", ma da situazioni nelle quali ladattamento reciproco è stato più un fatto di buona volontà che lespressione di una precisa pianificazione. Una visione interessante, che sta emergendo tra le scienze biologiche, è quella centrata sull'evoluzione. La malattia, ma anche la vecchiaia e la morte assumono una dimensione relativa (non decisamente assoluta) nel senso che le persone che presentano nell'attualità particolari caratteristiche, devono far pensare ad un lento adattamento, calcolabile in generazioni. Da questo punto di vista, l'evento biologico (anche la malattia) acquista un carattere di risposta adattiva che si trasforma in negativa solo per il fatto che si sono trasformate le condizioni ambientali che l'hanno determinato. Nel gergo evoluzionista e d'accordo con la "selezione naturale", difetti, incidenti o eventi sfavorevoli possono essere considerati alla guisa di un "carattere" che, per le modificazioni ambientali intercorse, si trasforma in "malattia". Da ciò si desume la grande importanza che deve essere riconosciuta agli eventi socio-culturali, sia per il loro "carattere", che per la loro "dinamicità", come background determinante per spiegare le caratteristiche e le modalità clinico-espressive di una qualsiasi forma morbosa psichica e/o fisica. In questa ottica, dobbiamo ricordare come ci si trovi tutti d'accordo sulla eliminazione del concetto racchiuso nel detto "vivere è morire un poco ogni giorno". Questa affermazione, basata sulla concezione statica di un patrimonio biologico che può essere solo consumato, è stata spazzata via da una realtà biologica basata sulla plasticità e su continue trasformazioni. L'allungamento della vita media ed il miglioramento incontrovertibile delle condizioni psico-fisiche nelle alte età sono legate sicuramente al miglioramento delle condizioni sanitario-assistenziali ed al miglioramento delle caratteristiche di vita lavorative e nutrizionali, ma anche alla continua modificabilità biologica. A questo punto però, va tenuto in conto che la plasticità può essere intesa come adattabilità e, pertanto, come abbiamo visto, diventa fondamentale che le modificazioni del background (anche socio-culturale) non diventino un determinante capace di trasformare l'adattamento in malattia. Seppure questa visione possa essere definita come semplicisticamente "adattazionista", va riscattato l'aspetto di ricerca globale sull'uomo e l'atteggiamento aperto alla molteplicità delle letture perché solo attraverso una comprensione multidisciplinare si può sperare di raggiungere un "senso conoscitivo" che porti ad evitare la parcellazione insita nella specializzazione. In questa dimensione la "nostra medicina" si libera dell'arroganza della ricerca della "verità" e della pregnanza etica insita nella predisposizione logica del "curare". Oggi diventa sempre più importante studiare i fattori di rischio, di mantenimento, di recupero e di perdita dell'autonomia; così che il medico si deve sempre più plasmare come studioso e ricercatore, per ottenere la convalida dello slogan "democracy and not demography" e per ritrovare nell'epidemiologia scientifica la possibilità di comprendere i fattori di rischio e le dinamiche globali, gruppali ed individuali che incidono e premono sulla persona, fatta soggetto ed anche cittadino. Nellambito del Progetto Colombo 2000, lo studio delle concomitanti che influenzano il background socioculturale, sia nelle regioni di origine della popolazione in esame, sia nelle aree interessate come punto di arrivo della corrente migratoria (Argentina), si dimostra di fondamentale importanza dal momento che:
Il progetto di ricerca socio-culturale crea reali ASPETTATIVE:
Le risposte a questi quesiti saranno il vero retaggio culturale utile alle Istituzioni Regionali, italiane e argentine ed anche agli Enti ed alle Organizzazioni, per creare programmi adeguati ai reali bisogni ed alle effettive aspettative e tracciare un modello socio-culturale capace di offrire una "prevenzione" contro il disagio, le debolezze psico-sociali, le indifferenze, le ansie e tutte quelle situazioni conflittive che minano il senso di benessere, lomeostasi psico-affettiva e la qualità della vita. Il fondamento della ricerca socio-culturale è lo STRUMENTO che si evidenzia come il QUESTIONARIO e che è stato strutturato da illustri specialisti (psichiatri, psicologi, psicologi della 3° età, sociologi, sociologi della 3° e 4° età, geografi, filosofi, letterati) italiani e argentini. Lo strumento permetterà ricercare i vissuti esistenziali che determinano situazioni di stress, di conflitto e di inadeguatezza. Attraverso il confronto tra le popolazioni originarie di varie regioni d Italia e che risiedono in Italia ed in Argentina, sarà possibile studiare e verificare quelle funzioni della vita e della vita di relazione che possono determinare o facilitare la comparsa di determinate malattie. Il questionario è stato suddiviso in 11 aree (Items) che, nel loro insieme, permetteranno una valutazione globale, olistica, delluomo, della persona, del cittadino. Ognuna delle aree di ricerca sarà supervisionata da specialisti italiani e argentini.
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Progetto COLOMBO 2000: area socio-culturale; studio sullemigrazione
* - inchiesta su formulario ** - ricerca epidemiologica *** - studio epidemiologico sul censo
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La lettura non superficiale di quanto è stato predisposto per la ricerca rivela la disposizione etica e morale del Progetto COLOMBO 2000 che, con la sua "area socio-culturale" si inserisce nella visione di quella rivoluzione scientifica dei nostri tempi che, superando pregiudizi ideologici e chiusure tizioristiche, prospetta principi basati sull uguaglianza razziale, il rispetto dei diritti e delle opportunità, il valore etico non della verità ma del progresso della conoscenza, il valore morale della crescita come corollario della eliminazione della sofferenza umana e dello sviluppo di una società a misura duomo. La prospettiva della conoscenza per Colombo 2000 è la compartecipazione, la multidisciplinarietà, la solidarietà e il rispetto dei principi e del diritto di "essere" socialmente ciò che si vuole essere. La ricerca multidisciplinare ed il desiderio di apprendere olisticamente luomo, nelle sue valenze fisiche e psichiche, etiche e morali, economiche e sociali, materiali e spirituali, concrete e trascendenti, sono i fondamenti del Progetto Colombo 2000 che prospetta la genetica, la epidemiologia e lapprofondimento della conoscenza delle necessità personali e sociali come prassi per superare antiche dicotomie tra mente e corpo, tra materia e spirito, tra realtà e fantasia, tra scienze e scienze-umane. Il principio prettamente medico di lenire e risolvere la sofferenza, in Colombo 2000, si arricchisce con la volontà di creare una conoscenza multidisciplinare capace di rompere quei muri culturali che perpetuano malesseri, tensioni e disagi che potrebbero essere evitati. CRONOGRAMMA (previsione di modello operativo in funzione di bisogni umani ed economici)
Lo studio delle dinamiche sociali e culturali è sicuramente complesso e difficile, non solo per il grande numero della concomitanti che vanno tenute in considerazione, ma anche per il fatto che la società è in continuo cambiamento e, quindi, le visioni prospettiche devono tenere conto delle variazioni temporali oltre che di luogo. Per affrontare questa complessità si è strutturata unarea di ricerca strutturata su tre livelli integrati ed interagenti tra loro. Il primo, Comitato di base, che funziona a Varese. Le osservazioni raccolte vengono convogliate allanalisi del Comitato di Base composto da figure preminenti della cultura varesina, daranno loro l'opportunità di elaborare idee, prospettive e metodiche che verranno utilizzate per l'indagine. Il secondo livello, Comitato Nazionale, funziona presso il CISNeTeB (Consorzio Istituti Scientifici di neuroscienze e Tecnologie Biomediche) e conta sulla collaborazione di numerose personalità delle scienze e della ricerca medica e sociale di molte Università e Centri di studio di tutta Italia. Questi non solo qualificano l'indagine, ma sicuramente danno allo studio quel carattere di priorità che lo rende punto e modello di riferimento per indagini future e per ricerche che interesseranno altre aree geografiche dei due Emisferi che sono state raggiunte da popolazioni di emigranti italiani. La comunicazione ad ampio raggio si aggiunge all'aspetto interdisciplinare della ricerca che prospetta una dinamica ed una modalità che, nella loro complessità, qualificano non solo i ricercatori, ma anche l'oggetto della ricerca, l' Uomo, che, divenuto soggetto, partecipa nella sua dimensione olistica: personale, psicologica, culturale, sociale e relazionale. Il terzo livello, Comitato Intercontinentale, funzionerà a Buenos Aires dove l'interesse per l'iniziativa ha coinvolto non solo moltissime personalità delle scienze e della cultura, ma anche molti responsabili di Governo che vedono in COLOMBO 2000 l'opportunità per stringere legami con la patria di origine e raggiungere una collaborazione non solo scientifica, ma veramente "fraterna". Nel suo insieme il Progetto prevede l'istituzione di borse di studio per ricercatori argentini che verranno in Italia non solo ad "apprendere", ma anche a confrontare le conoscenze tecniche e scientifiche, oltre che i modelli di vita e le dinamiche sociali e culturali. Per dare ulteriore spessore alla ricerca e cercare di non lasciare angoli oscuri in questo lavoro, si è creato un Gruppo di Supporto che svilupperà un importante scambio di idee e di proposte per tutti gli 11 items o "argomenti" prescelti. Grandi nomi della cultura nazionale ed internazionale saranno invitati a portare la loro esperienza e la loro conoscenza su temi specifici, contando anche sulla possibilità che questi contributi vengano diffusi attraverso il periodico COLOMBO NEWS o altre vie offerte dai settimanali italiani ed argentini. Tutto il lavoro qui prospettato ha portato alla formulazione di un questionario che verrà somministrato a gruppi prescelti rispettando le leggi dell'epidemiologia, avvalendosi dell'apporto insostituibile degli esperti del CNR.
CONCLUSIONI All'originalità di una ricerca, pensata e voluta dal Prof. Nappi, si è aggiunta, con larea socio-culturale, una dimensione globale che vuole fare della medicina non più una scienza delle malattie, ma una occasione di incontro attorno ad una "scienza dell'uomo", nella quale conferiscono tutte le espressioni della cultura. La rottura di legami schematici e limitativi ha portato a mettersi in rapporto ed in accordo con i più importanti Centri di Studio nazionali ed internazionali, prospettando una modalità nuova di interscambio in cui predominano il rispetto reciproco e la valorizzazione di tutte le esperienze. Gli "amici" ed anche, per molti aspetti, "fratelli" del Sud-America hanno percepito immediatamente questo messaggio di COLOMBO 2000 che è stato letto anche come doppia metafora nella quale la furbizia diviene saggezza e l'illusione si trasforma in preveggenza, dando origine ad una "consapevolezza" che, nell' "emblematico viaggio", si dimensiona come collaborazione e come comunione di intenti. Alle soglie del terzo millennio, la ricerca che stiamo realizzando si prospetta di grande importanza metodologica e speriamo possa essere di aiuto nel tentativo di fare luce su tanti quesiti che le sei malattie in studio ci impongono quotidianamente. Il perché stiano aumentando i casi di Alzheimer non può essere trovato solo nellallungamento della vita media e nel conseguente invecchiamento della popolazione; gli aspetti educativi e relazionali influenzano sensibilmente la comparsa della malattia che però resta ancora misteriosa per quanto riguarda la vera eziologia. Le distimie cicliche aspettano nuovi orientamenti sulla loro patogenesi per poter essere almeno prevenute, se non proprio debellate, tenendo conto, comunque, che molto si è ottenuto con la terapia farmacologica. Potremmo continuare in queste previsioni, ma la nostra maggiore soddisfazione è quella di aver potuto iniziare un grande "studio sulluomo"; questo dovrebbe risultare una grossa promessa per la nascita di una nuova società che, superate le frammentazioni e la perdita di valori, deve proporsi come salvaguardia delle libertà individuali, del rispetto della persona umana, delluguaglianza dei diritti e delle opportunità. Siamo coscienti che il nostro futuro sarà tanto diverso dalla realtà attuale quanto le culture precolombiane sono state differenti da quella del XIX secolo. Proprio per questo non dobbiamo cessare di produrre previsioni, progetti e prospettive, tenuto conto che ormai il presente va annoverato quasi come passato e che luomo deve riuscire ad esprimere totalmente la sua dimensione cosmica, non solo con le conquiste tecnologiche e spaziali, ma anche e soprattutto con le conquiste dello spirito e del pensiero. Nella metafora di COLOMBO 2000 si nascondono una "certezza", che è rappresentata dallincontro di tante persone che collaborano ad un unico fine, ed una "speranza", che simboleggia il divenire ed il crescere.
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13.02.18