IPPOTERAPIA


 Seppure nel XVII secolo la cavalcata giornaliera viene considerata efficace per la cura della gotta e nel 1777 August Tissot raccomandasse l' equitazione come profilassi e trattamento dei sintomi di molte infermità, la strutturazione di un vero corpo scientifico-applicativo della terapia per mezzo del cavallo risale a non più di una trentina d'anni (ippoterapia).

La "riabilitazione equestre" (R.E.) conta in Norvegia e Danimarca con una storia ormai ventennale e questa attività, in Italia, ha inizio nel 1975 sulla base di esperienze inglesi della famosa R.D.A. (Riding for the Disabled Associacion) sorta in Inghilterra nel 1960. In Francia, nel 1970, sorge l' A.N.D.R.E. (Association Nationale de Rieducacion par l' Equitation) raccogliendo esperienze di un'attività svolta sin dal 1965.

Tenendo conto di queste e molte altre esperienze europee, finalmente nel 1977 si struttura in Italia l' A.N.I.R.E. (Associazione Nazionale Italiana di Riabilitazione Equestre) che viene riconosciuta come "associazione di interesse federale" da parte della F.I.S.E. (Federazione Italiana Sport Equestri), essendo riconosciuta come D.P.R. 8 LUGLIO 1986 N° 610.

La Associazione, in collaborazione anche con istituti universitari (per es. quello di psicologia dell' Università Statale di Milano), organizza corsi formativi e di aggiornamento per operatori R.E.; propone una cartella clinica unificata per facilitare la raccolta e l'elaborazione dei dati, risultati, verifiche; favorisce lo studio scientifico dell' attività; promuove seminari sia come verifica, sia a scopo divulgativo; assiste la compilazione di tesi di laurea sulla R.E.

La dimostrazione dell'opportunità di impiegare il cavallo nelle infermità ortopediche e traumatiche si fondamenta sulla conformazione del corpo umano relativamente ai suoi componenti strutturali, in rapporto con il movimento del cavallo secondo le sue andature.

L'ippoterapia è dunque ormai universalmente riconosciuta come una vera e propria metodica riabilitativa fondamentata sui principi delle tecniche di facilitazione neuronale e di psicomotricità. Per altro lato, per i portatori di handicap, l'incontro con il cavallo risulta uno stimolo estremamente importante per una autovalorizzazione ed il riconoscimento delle propri capacità psicofisiche.

 

 IPPOTERAPIA come "terapia"


Dott. Romeo Lucioni

L’ A.G.R.E.S. è una Associazione senza fini di lucro, gestita dai genitori di disabili e la sua denominazione "Associazione Genitori per la Rieducazione Equestre e Sportiva" dà una idea esatta dei principi e dei fini che, quasi quindici anni fa, hanno guidato la nascita dell’ Istituzione.

L’ A.G.R.E.S., affiliata all’ A.N.I.R.E., iscritta all’ Albo Regionale del Volontariato, ha la sua struttura operativa, il maneggio, a Cislago, località Massina e, con l’ausilio di tre "impavidi destrieri" -Balù, Lillo e Nouvelle- permette un intervento riabilitativo su 80 ragazzi provenienti da 29 Comuni del circondario che comprende tre Province: Varese, Milano e Como.

Unire l’aspetto puramente equestre con quello sportivo presuppone una concezione dinamica (quindi non solo adattiva) dell’ippoterapia, per la quale l’intervento si prospetta come veramente terapeutico.

Nello svolgere attività a favore di determinati gruppi di persone o di soggetti che presentano qualche problema, più o meno disabilitante, sempre deve scegliere un indirizzo che può essere ludico-ricreativo, ma, per altro, può essere sviluppato su un versante specificamente curativo.

In questa delimitazione concettuale, non si vuole certo togliere valore alla prima modalità, dal momento che il piacere, il sentirsi bene e/o soddisfatti ha, di per sè, un senso generico di "favorevole", "benefico", "positivo", ma l’aspetto terapeutico ha finalità diverse. In questa ottica, ogni intervento acquista un valore o una prerogativa di scientificità strutturandosi su tre momenti:

     

  • la diagnosi, la valutazione e la precisazione degli obiettivi per l’intervento;

  • l’indicazione terapeutica specifica, mirata e personalizzata;

  • la quantificazione dei risultati e la riformulazione degli obiettivi e la programmazione di nuovi cicli operativo-terapeutici.

Evidentemente, i fondatori dell’ A.G.R.E.S. hanno scelto quest’ultima modalità proprio perchè hanno adottato la strada degli obiettivi mutevoli e finalizzati alla crescita psico-fisica insita nella propensione sportiva.

Gli elementi riabilitativo-terapeutici dell’ippoterapia richiedono un’analisi appropriata e precisa per essere adattati, in forma personalizzata, a ciascun allievo. L’uso di un determinato cavallo e delle sue spinte dinamiche nelle tre direzioni dello spazio (dx-sin; alto-basso; avanti-indietro) è valutato accuratamente da un fisiatra che tiene conto anche delle limitazioni neuro-artro-muscolari per tracciare il programma terapeutico.

Nello sviluppo dell’intervento valutano anche le possibilità di passare dal "passo", al "trotto" e al "galoppo", oltre che la velocità di esecuzione di ognuno di essi, non solo come possibilità fisica di evoluzione, ma anche come crescita psichica del "senso di potere".

Se questo iter è specifico per affrontare i deficit fisici (paraplegie, tetraplegie, spasmi muscolari, atresie cerebellari ed anche cecità), bisogna tenere in conto anche delle disabilità psichiche (autismo, psicosi, sindrome di Down e dell’ X-fragile) che rappresentano più o meno il 50 % dei casi seguiti nell’ A.G.R.E.S. e delle "reazioni" che accompagnano, in maggior o minor misura, anche i disturbi motori.

Possiamo considerare che le disabilità psichiche e fisiche portano ad un disadattamento se non ad una destrutturazione dell’ Io. Questa funzione psichica si presenta come debole e/o inadeguata alle necessità della vita di relazione. Per questo motivo, nell’ A.G.R.E.S., uno psichiatra valuta le concomitanti psicologico-psichiatriche per poter affrontare eventuali situazioni di opposizione e di rifiuto alle proposte di crescita e di sviluppo.

A volte l’ippoterapia è fatta precedere da una serie di sedute proprio per favorire un adattamento psico-fisico al lavoro con il cavallo e, quindi, evitare inserimenti che siano subito difficili, inutili o prematuri.

La ristrutturazione dell’ Io è particolarmente importante per superare quel "falso sè", quegli elementi d'auto-svalorizzazione e di rifiuto a considerare le proprie capacità (assolute, relative e/o residue) per rifugiarsi in atteggiamenti autistici e/o regressivi.

Il rapporto con il cavallo è un elemento molte volte straordinario per poter recuperare il senso del "reale" e la coscienza delle proprie capacità psicomotorie, di reazione ed anche volitivo-affettive; esso è favorito dal coinvolgimento delle terapiste che, grazie alla loro lunga esperienza "terapeutica", riescono a cogliere subito sia i momenti di debolezza e di scoraggiamento, che richiedono un supporto; sia le attitudini corrette che devono essere utilizzate per spronare verso mete sempre più alte ed importanti.

Quest’anno, per esempio, un gruppo di nostri ragazzi ha presentato, in occasione del saggio, una serie di esercizi e volteggi particolarmente difficili perché fatti anche al trotto e al galoppo ed una sequenza di salti (di 50 centimetri), dimostrando non solo il superamento delle difficoltà motorie che causano disabilità, ma anche la possibilità di esorcizzare quei sensi di paura e di angoscia che sono sempre limitanti e pauperizzanti. Un altro caso paradigmatico è stato quello di una allieva che è passata dalla terapia ad un centro ippico normale dimostrando una grande capacità di crescita e di auto-superamento.

L’esperienza di tanti anni di riabilitazione ha portato gli operatori dell’ A.G.R.E.S., i Genitori ed anche i Volontari a non accontentarsi più dell’utilizzo piacevole, ludico e ricreativo dell’ "andare a cavallo", ma a sfruttare tutte le possibilità che i nostri generosi cavalli offrono per fare dei ragazzi-allievi veri "adulti", sicuri di sè e contenti dei propri risultati ottenuti con grandi sforzi, ma anche con grande senso di realtà.

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updated 05.07.16